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Le statine associate a miglioramento della sopravvivenza globale nel mieloma multiplo


In un'ampia coorte di pazienti statunitensi affetti da mieloma multiplo, la terapia con statine è risultata associata a una diminuzione del rischio di mortalità per qualsiasi causa e di mortalità cancro-specifica.

Le statine sono attive in uno dei pathway su cui agiscono i bifosfonati contenenti azoto.

Uno studio ha valutato l'associazione tra uso di statine e la mortalità in una coorte di pazienti con mieloma.

Sono stati analizzati i dati di 4.957 pazienti con diagnosi di mieloma multiplo nel periodo 1999-2013, inseriti nel registro VACCR ( Veterans Administration Central Cancer Registry ).
Di questi, 2.294 avevano assunto le statine, cioè avevano avuto una prescrizione di una statina 3 mesi prima o dopo il momento della diagnosi di tumore.

L'uso delle statine è risultato associato a una riduzione del 21% del rischio di mortalità per qualsiasi causa e a una riduzione del 24% della mortalità correlata al mieloma.

L'età avanzata, l’indice di massa corporea ( BMI ) inferiore a 18.5 kg/m2, un più alto punteggio dell'indice di comorbidità di Charlson, il livello di emoglobina inferiore a 10 g/dl, la velocità di filtrazione glomerulare stimata [ eGFR ] inferiore a 30 ml/min/1.73 m2, il livello di albumina inferiore a 3 g/dl, e il trattamento con Pamidronato [ Acido Pamidronico; Aredia ] erano associati a un aumentato rischio di mortalità per qualsiasi causa.

Il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche, il trattamento di prima linea con Lenalidomide ( Revlimid ), Bortezomib ( Velcade ), o Talidomide ( Thalidomide Celgene ), il trattamento con Acido Zoledronico ( Zometa ), la diagnosi dopo il 2006, essere di origine afro-americana, e un indice BMI di 25 kg/m2 o superiore, sono risultati associati a un ridotto rischio di mortalità per qualsiasi causa.

La terapia con statine era anche correlata a una riduzione del 31% del rischio di sviluppare un evento scheletrico.

Sono necessari studi prospettici per confermare questi risultati. ( Xagena2016 )

Fonte: Journal of Clinical Oncology, 2016

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